Questa la loro storia, come vuole la tradizione:

Una sera di fine dicembre, in prossimità del Natale, la moglie di chiuddê (pescatore), nel preparare lê pêzzêcarìddê (cavatelli) per la marinara all’arrivo del marito, pensò di fare una cosa dolce alla scamonera dei figli che non avevano mai mangiato un dolce. Pensò quindi di friggere i cavatelli e condirli con il miele che usava per la tosse dei bambini: pêzzêcarìddê friscjutê (nuovo dolce inventato al momento).

I bambini, davanti a questa novità e vedendo il miele, avevano capito subito che la madre preparava qualcosa di buono. Ma la madre subito li bloccò, dicendo: no chistê nò sò pê mò, “sana cchiùdrê, no viditê cà sò apirtê? Sê chiudênê pê Natalê (no, questi non sono per ora, si devono prima chiudere. Non vedete che sono aperti? Si chiuderanno per Natale).
E così i dolcetti arrivarono sino alla cena della vigilia di Natale e presero il nome di sanacchiudere.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina 00
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 bicchiere di olio di oliva
  • 1 bustina di vanillina
  • un quarto di bustina di lievito per dolci
  • 50 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • la scorza grattugiata di un’arancia
  • Miele, circa 500gr, e anisette per decorare
  • olio per friggere

Preparazione

  • Mettete la farina a fontana su una spianatoia.
  • Mescolate tutti gli ingredienti insieme, aggiungendo acqua se l’impasto risulta troppo duro. Dev’essere compatto e solido. Dividetelo in pezzetti con i quali formerete dei bastoncini che andranno poi tagliati in piccoli tocchetti da incavare su di un rigagnocchi. Considerate che in frittura, i sannacchiudere raddoppiano di volume, quindi non fateli troppo grossi.
  • Friggete in abbondante olio, stando attenti a non buttarne troppi, dato che producono schiuma nell’olio.
  • Scaldate il miele in una padella capiente, diluendolo con un paio di cucchiai d’acqua. Versatevi i sannacchiudere, mescolate per bene e decorate con anisette.