La pietra leccese viene considerata oggi materiale di pregio non più solo per l’edilizia ma soprattutto per l’architettura.

Questo materiale continua a dimostrare le sue multiformi possibilità di applicazioni diventando protagonista di interventi di utilizzazione e di restauri su edifici. Tra le particolarità della pietra leccese c’è il fatto che essa contenga frammenti di conchiglie fossili e argille, quarzi e una serie di minerali che la fortificano e la rendono ancora più affascinante.

La pietra leccese ha origini antiche risalenti al Miocene, periodo dell’era del terziario durato da 23 a 17 milioni di anni fa: origini remote testimoniate dalla presenza di numerosi frammenti fossili che a volte sono conservati quasi integramente. Ciò rende la pietra di cursi materia prima fortemente utilizzata in campo architettonico, meraviglia che impreziosisce il Salento, grazie alla sua ampia diffusione e alla facilità con cui può essere lavorata. Non a caso è tra le preferite tra gli artigiani e mastri salentini.

La pietra leccese, nella varietà nettamente differenziate per struttura e colore nonché per le caratteristiche fisico- chimiche da cui dipendono i diversi utilizzi, giace nelle tajate (cave) da dove centinaia di generazioni di cosiddetti “zoccaturi” (tagliapietre) l’hanno estratta portandola alla luce in superficie.