Appuntamento più atteso nei festeggiamenti in onore di san Ciro è l’accensione della Foc’ra.
Un falò composto da legnami vari con predominanza di rami ottenuti con la potatura di vigneti e oliveti. Un rito legato al martirio del Santo che quando fu ucciso prima di essere decapitato fu torturato col fuoco.
Questo rituale si svolge sempre il 30 gennaio nelle ore serali dopo che l’Arcivescovo ha benedetto la pira. La Foc’ra di Grottaglie se la si osserva da vicino per la sua struttura esterna ricorda uno dei tanti ricoveri in pietra a secco sparsi nella campagne, trulli con struttura a gradoni decrescenti.
Solo che la Foc’ra non è una struttura di pietre ma fabbricata con la legna, i tronchi più grandi e i più sottili sarmenti accumulati da tempo dopo le potature dai fedeli vengono donate per il rito, si raccolgono anche parti di vecchio mobilio. Ogni anno la struttura può variare anche in altezza.
Con i tronchi si costruisce la base, vuota all’interno, dove si crea una camera provvista di porta con un profondo vestibolo, e proprio in quella camera che si accende la pira. Mano a mano che la struttura cresce si utilizzano legni più sottili fino ai sarmenti in cima, ma con i sarmenti si copre esternamente tutta la Foc’ra per facilitare la combustione. In cima all’esterno si pone un croce con l’immagine di san Ciro.